Nuove opportunità di espressione architettonica con Nuovo Nautilus e Skydome di Geoplast
di Francesco Guidetti, 16 maggio 2017
Essere architetto nel Ventunesimo secolo richiede una capacità multidisciplinare nettamente superiore a quella richiesta ai medesimi professionisti solamente una o due generazioni fa. All’architetto di oggi, infatti, non viene solo richiesto di modellare gli spazi in cui viviamo in modo creativo ed esteticamente accattivante, ma anche di rispettare vincoli severi in termini di consumo e prestazione energetica, performance acustica, comfort ed ergonomicità degli ambienti, eliminazione delle barriere per i disabili. Tutto questo barcamenandosi tra farraginose norme urbanistiche, regolamentazioni igienico-sanitarie e circolari dei vigili del fuoco, per il rispetto delle quali è spesso costretto a interfacciarsi con entità iper burocratizzate sempre più Kafkiane. Senza dimenticare il rispetto del budget imposto dal cliente.
Ovviamente quanto più il progetto è complesso, ambizioso e di alto livello architettonico, tanto più questi aspetti diventano difficili da incastrare tra di loro. Per questo motivo, l’architetto deve essere continuamente supportato dal mondo dell’ingegneria e dell’industria, per avere a disposizione soluzioni tecniche e tecnologie che gli permettano di superare tutti gli ostacoli che si presentano nel corso del suo lavoro.
Il problema più sentito è certamente quello dell’ingombro della struttura: i pilastri limitano la libertà dell’architetto nel modellare gli spazi, a volte la loro ergonomicità, le nuove norme antisismiche spesso impongono dimensioni minime dei pilastri importanti, travi emergenti dallo spessore del solaio – esteticamente spiacevoli -, limitano la libera modellazione dei vani, complicando il passaggio degli impianti, soprattutto di quelli di ventilazione meccanica controllata. Le norme urbanistiche infine incidono sulle altezze degli edifici, e di conseguenza se si vuole fare sfruttare al massimo al cliente la volumetria disponibile massimizzando il profitto, anche gli interpiani e lo spessore dei solai sono limitati.
Nuovo Nautilus, sistema per l’alleggerimento di solai bidirezionali a intradosso piano.
Le piastre alleggerite con il sistema costruttivo Nuovo Nautilus e i solai a cassettone Skydome aiutano l’architetto a modellare i suoi spazi: essi, grazie alla loro leggerezza, permettono di aumentare le luci libere tra i pilastri, di ottimizzare gli spessori di setti e pilastri, e di eliminare le travi emergenti.
Queste soluzioni tecniche aiutano gli architetti che quotidianamente combattono per conciliare i vincoli strutturali con la libera creazione di spazi più vivibili ed ergonomici e al tempo stesso esteticamente belli. L’intradosso liscio permette di realizzare finiture facce a vista o di installare agevolmente impianti, controsoffitti, sistemi di miglioramento del comportamento acustico oppure pannelli radianti. La riduzione dello spessore del solaio, grazie alla maggiore leggerezza, può dare la possibilità, nel caso di edifici alti, di guadagnare uno o due piani in più, per la gioia del promotore immobiliare.
Skydome, cassaforma riutilizzabile in ABS per solai cassettonati.
Anche l’ingegnere che si occupa della struttura, infine, sarà felice di avere una soluzione che gli permetta di accontentare l’architetto, rispettando i budget e alleggerendo tutta la struttura, ottenendo i molteplici benefici di cui abbiamo già parlato in precedenza.
Architetti e designer di fama mondiale come Arata Isozaki e Philippe Stark hanno scelto le tecnologie Geoplast per realizzare i loro progetti, e tantissimi altri più o meno conosciuti lo fanno quotidianamente e in tutto il mondo, rendendo realtà quello in cui la nostra azienda crede fermamente: Building Beyond togheter.